mercoledì 16 ottobre 2013

Chi ha paura della morte?

Una mattina, guardando distrattamente una serie di opuscoli disposti su un ripiano di una biblioteca comunale, la mia attenzione si è focalizzata su uno dal titolo inquietante, ma particolarmente interessante: “Tabù festival. Chi ha paura della morte”.

La mia prima reazione è stata quella di lasciare il volantino dove si trovava, poi la curiosità ha prevalso e ho approfondito la lettura, devo aggiungere per fortuna, perché riguarda un festival originale e ricco di avvenimenti culturalmente interessanti.

Di cosa si tratta?

Il Comune di Abbiategrasso ha avviato un progetto pluriennale sui tabù del nostro tempo che quest'anno esordisce con il tema della morte.

L'evento partirà il 23 ottobre e si concluderà il 3 novembre 2013.

La maggior parte delle iniziative che si snoderanno nel corso del festival si svolgeranno nel comune organizzatore della kermesse, in particolare nel Convento dell'Annunciata e nel Castello Visconteo di Abbiategrasso. Tuttavia altri comuni limitrofi del territorio saranno coinvolti nella produzione degli eventi: Morimondo, Magenta, Robecco sul Naviglio, Cassinetta di Lugagnano e anche il Comune di Milano ospiterà a Palazzo Marino un dibattito sul testamento biologico e l'eutanasia.

Il festival propone il tema della morte in una visione speciale. Non vuole fornire la solita versione gotica o grottesca. L'approccio oserei dire è bizzarro perché si racconta la morte attraverso la musica, il teatro, il cinema, la danza.

L'arte in generale spiega la morte e la dà una caratterizzazione di vita.

A fare da corollario a questi eventi artistici e culturali sono in programma dibattiti e incontri nel corso dei quali il tema sarà sviluppato considerando ogni possibile punto di vista: interverranno teologi, religiosi, mussulmani e buddisti e coloro che sono noti al pubblico perché hanno affrontato il dolore di scelte difficili come Beppino Englaro.

Riflessione, arte, humour, musica, un connubio di ingredienti per parlare della morte come l'altra faccia della vita. Questo è ciò che il programma del Tabù festival promette di dare a chi vorrà parteciparvi.

Fabrizio Tassi, giornalista che cura la direzione del festival scrive: 
 “Parliamo di morte per parlare di vita. Forse addirittura di senso della vita. Perché solo grazie alla consapevolezza del limite è possibile dare un senso alle nostre giornate e viverle veramente e intensamente, in ogni singolo istante, in coscienza e libertà”.
E se l'argomento ancora vi inquieta vi rammento un precetto tibetano:
Se vuoi vivere felice impara a meditare sulla morte. Non è la fine della vita, ma l'inizio di una nuova nascita. La morte è una porta”.





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