martedì 18 febbraio 2014

Il pubblico è morto, esistono solo i visitatori

È quanto mai attuale l'argomento della crisi nel mondo dell'editoria e della corrispondente riduzione del numero dei lettori in Italia. Allo stesso modo si dibatte sull'incapacità di valorizzare come meriterebbe e in toto il patrimonio culturale italiano, che rappresenterebbe per il nostro paese una forte risorsa per migliorare le sue possibilità economiche. Spesso e giustamente si discute di questo fenomeno con allarmismo e con una certa diffidenza verso il futuro e sulle prospettive che si potranno delineare. Tuttavia in questa fase di crisi si stanno profilando diverse realtà interessanti che potrebbero offrire una proposta culturale alternativa a quella che immaginiamo sulla base della nostra esperienza passata, e che creerebbero un rilancio della cultura tra gli interessi dei singoli individui.


Si sta svolgendo in questi giorni a Milano il Social Media Week. Tra i diversi eventi quest'oggi ho partecipato a quello dedicato agli Innovatori della cultura, e cioè alla rete e ai social media nel mondo dell'arte, dei musei e della letteratura. Ho quindi scoperto due realtà volte a stimolare la formazione culturale dei cittadini, nonché a diffondere e rendere attuale e di moda l'arte e la lettura. 
In che modo?
Social Media Week introduce un concetto che ormai è chiaro a tutti, ma che è bene ribadire: il pubblico è morto, esistono solo i visitatori. Ebbene sì. Nella cultura, nell'istruzione e in generale in tutti i settori, non ci si rivolge più ad una massa di fruitori passivi, ma ad utenti che intendono interagire con ciò a cui si approcciano. Questo concetto è basilare per comprendere come affrontare la crisi che vediamo in atto oggi nel settore culturale. Chi l'ha intuito sta agendo di conseguenza.




Invasioni digitali è un'iniziativa volta a rilanciare il patrimonio artistico locale attraverso il web. Come?
Essa si basa su due presupposti:

  1. Ciascuno può essere promotore di un bene culturale senza il timore di offrire una ripetizione di qualcosa di già visto e sentito perché offrendo la propria esperienza la rende unica e irripetibile.
  1. Il pubblico oggi è nella rete, quindi la promozione dei beni artistici deve passare dalla rete. 

Pertanto gli invasori digitali promuovono le proprie iniziative attraverso smartphone e tablet.
Chiunque può essere un invasore digitale, formare dei gruppi per “invadere” pacificamente un luogo artistico per poi promuoverlo attraverso il canale dei social media. 
L'iniziativa ha avuto un enorme seguito, si è diffusa in tutto il territorio nazionale, rendendo i visitatori protagonisti e stimolando la voglia di esplorazione e di conoscenza.




Twitteratura è una comunità letteraria nata con l'idea di assecondare il fenomeno della rete e stimolando, attraverso le potenzialità di Twitter, la lettura. Anche in questo caso si rende l'utente protagonista e gli si lancia una sfida: leggere un capitolo di un romanzo scelto da Twitteratura e riassumerlo in un tweet. Il progetto è perfettamente riuscito e da esso sono scaturite ulteriori manifestazioni artistiche degli stessi utenti della rete stimolati da questa esperienza.

Gli esempi indicati sono modelli positivi di una realtà in divenire. Occorre adeguarsi ai cambiamenti per cavalcare l'onda senza farsi travolgere. Mi ha colpito l'entusiasmo con cui Maria Grazia Mattei, direttrice di Meet the Media Guru e speaker dell'evento odierno, ha esordito parlando del cambiamento sociologico in atto: la giornalista lo ha descritto con il termine “appassionante” . Ecco, è questo l'atteggiamento che fa la differenza: guardare il futuro con interesse e partecipazione fattiva, perché in questo modo si perviene alla produzione di idee in cui tutti sono vincitori.